Avella

L’antica Abella si sviluppò nei pressi del fiume Clanio tra la fine dell’VIII e gli inizi del VII secolo a.C. L’abitato urbano, ampliatosi tra la tarda età repubblicana e la prima età imperiale, era cinto da mura di difesa e dotato di due vaste necropoli, utilizzate senza soluzione di continuità fino alla tarda antichità. La disgregazione del tessuto insediativo, avviata durante la piena età imperiale è documentata da un’iscrizione rinvenuta a Cimitile che celebra Barbaro Pompeiano, consolare della Campania nel IV secolo d.C., per aver promosso lavori di ricostruzione estraendo i materiali necessari dalle cave e non dai monumenti in decadenza. Stando alla testimonianza di Paolino di Nola, nel territorio tra Nola e Avella sorgevano numerosi poderi sviluppatisi tra le maglie della centuriazione. A partire dal X secolo, sulla collina a est della pianura nella quale sorgeva l’abitato romano, sorse il castello, di cui rimangono consistenti resti, individuati da una torre cilindrica collegata a due cinte murarie. Nei secoli successivi in una gratta naturale situata fuori dal centro abitato venne impiantata una chiesa rupestre intitolata al Salvatore, come provano i documenti e gli affreschi, poi in seguito dedicata all’arcangelo Michele. Nella grotta, articolata in tre cappelle dedicate al Salvatore, all’Immacolata e a S. Michele, si conservano ancora preziose testimonianze pittoriche realizzate tra XI-XII e XVII secolo.