Cimitile

L’origine di Cimitile è legata alla presenza della necropoli che, alla fine del III secolo d.C., accolse il sepolcro del presbitero nolano Felice. A partire dalla seconda metà del IV secolo, presso il complesso monumentale sorto sulla tomba del santo si sviluppò un villaggio menzionato per la prima volta nel 399-400. Sebbene danneggiato da una disastrosa eruzione-alluvione agli inizi del VI secolo, l’insediamento fu ininterrottamente abitato, grazie soprattutto alla vicinanza del santuario che continuò ad essere meta di pellegrinaggi. Dall’originaria destinazione cimiteriale l’abitato mutuò la denominazione di Cimiterium, termine attestato per la prima volta nell’839 come sinonimo di Nola, poi trasformatosi dapprima in Cimitino e infine in Cimitile.

Situato in un territorio a lungo conteso tra i principi longobardi di Benevento e Salerno e i duchi di Napoli, Cimiterium, tra IX e X secolo, fu oggetto di scorrerie da parte di Saraceni e Ungari. La città è ricordata anche dal geografo arabo Al-Edrisi, il quale nel descrivere la rete stradale tra Benevento, Avellino e Salerno, non manca di menzionare g.bîtirah (cioè Cimiterium), situata lungo la via antiqua (attuale corso Umberto) che, ricalcando il tracciato dell’antico decumano della centuriazione, metteva in collegamento Napoli ad Abellinum. Tra i secoli terminali del medioevo e la prima età moderna, il santuario venne a trovarsi ai margini del contesto urbano, decentrato rispetto alla ‘strada regia’ (ex via antiqua). Al centro dell’insediamento sorse la residenza degli Albertini, una delle più prestigiose casate dell’aristocrazia nolana, di tradizione filo-spagnola e legata all’amministrazione imperiale. La prestigiosa casata per tutto il Cinquecento ricoprì importanti ruoli politici, approfittando dello spazio lasciato libero dalla crisi della tradizionale potenza degli Orsini. Consolidata la propria posizione patrimoniale, nel 1640 Girolamo I Albertini acquistò dal re di Polonia il feudo di Cimitile, che nella seconda metà del secolo divenne triste scenario delle efferate imprese dei banditi Cesare e Felice Antonio Riccardi. Agli inizi del XVIII secolo Girolamo II Albertini trasformò parte delle proprietà in suo possesso in un’elegante dimora con annessa cappella gentilizia dedicata a Sant’Anna, oggi situata nell’attuale piazza di Cimitile.

Nel 1799, dopo l’iniziale adesione alle idee rivoluzionarie, l’Università di Cimitile (ossia l’amministrazione cittadina) si schierò con i Borboni, sostenendone fattivamente le truppe. Il 15 giugno, a soli due giorni dall’arrivo a Napoli del cardinale Ruffo, l’amministrazione cimitilese fece costruire una croce in piazza, nel luogo ove i rivoluzionari avevano piantato l’albero della libertà. Oltre ai saccheggi perpetrati dai francesi, a Cimitile tra gennaio e ottobre 1799 si registrarono ben otto omicidi. In quel periodo i cimitilesi, oltre a coltivare grano, mais, legumi, vite, ortaggi, canapa e gelsi, allevavano anche i bachi da seta. Nel 1806 il principe Gaetano Albertini perse ogni diritto feudale su Cimitile che divenne Comune, mentre nel 1809 venne soppresso il convento di S. Francesco di Paola. Nel 1859 il re Ferdinando II autorizzò il Comune di Cimitile a tenere la fiera annuale dal primo al 3 maggio (in concomitanza con la festività della Croce) e il mercato settimanale il venerdí. Nel 1884 fu inaugurata la linea ferroviaria Napoli-Nola-Baiano (passata nel 1934 alla Circumvesuviana) che ebbe una stazione a Cimitile. Nel 1927 il Comune di Cimitile fu aggregato alla provincia di Napoli, a seguito dell’abolizione di quella casertana. Tra il 1928 e il 1929 venne costruita la Scuola Elementare “Fratelli Mercogliano”, mentre negli anni Trenta, al centro della piazza Filo della Torre venne eretto il monumento ai Caduti, opera dello scultore Pellegrino. Dal 1931 con l’inizio degli scavi nel complesso basilicale, Cimitile venne a trovarsi al centro dell’attenzione degli studiosi. Nel dopoguerra la prevalente economia rurale è stata gradualmente integrata da attività artigianali, industriali e terziarie. A seguito del terremoto del 23 novembre 1980, il tessuto urbano e l’edilizia tipica sono stati profondamente denaturati, mentre un nuovo rione di case popolari (IACP) è stato realizzato nell’area nord del territorio comunale, al confine con Camposano.