Nola

La città di Nola, abitata dai Sanniti a partire dal V sec. a.C. e poi conquistata da Romani, è celebre tra l’altro perché il 19 agosto del 14 d.C. vi morì l’imperatore Augusto, nello stesso letto in cui era morto suo padre naturale. Dell’antica città rimangono i resti di alcune domus, di impianti termali, del teatro e dell’anfiteatro (realizzato dopo la conquista sillana), oltre ad epigrafi e statue. La necropoli principale era ubicata ad ovest della città, in località Torricelle, dove le sepolture sono ininterrottamente attestate dall’VIII secolo a.C. alla tarda antichità. La denominazione della località è connessa alla presenza di due monumenti funebri databili tra il I sec. a.C. e il I sec. d.C., posti all’esterno della cinta muraria antica. Il territorio nolano conserva tracce di tre diverse centuriazioni riferibili alle colonie dedotte da Silla, Augusto e Vespasiano. Tra il II secolo a.C. e il I d.C. nelle campagne circostanti la città sorsero alcune ville che furono in gran parte abbandonate entro la tarda antichità. Tra la fine del V secolo e gli inizi del successivo le eruzioni del Vesuvio devastarono la piana nolana che venne ricoperta da una spessa coltre di cenere, lapilli e terreni alluvionali. In alcuni casi le ville e le domus furono rioccupate, grazie alla costruzione di nuove strutture di modesto livello.

Se ben note sono le aree funerarie della città, più scarse sono, invece, le notizie riguardanti l’impianto della cattedrale connesso, secondo una consolidata tradizione, al sepolcro del protovescovo Felice. All’originario complesso, di cui mancano evidenze strutturali, appartiene una lastra con croce gemmata del VI secolo, attualmente murata nella cripta del duomo di Nola. Il manufatto è decorato da incisioni distribuite su tre specchiature: quelle laterali sono occupate da un candelabro, mentre quella centrale, incorniciata da un tralcio con grappoli d’uva alternati a foglie lanceolate e cuoriformi, è ornata da una croce gemmata.